blog aziendale

In questo percorso dedicato al blogging aziendale ho indicato diversi motivi per investire in questo strumento. Uno su tutti: la prospettiva inbound marketing che ti permette di essere trovato attraverso l’uso di contenuti utili. Al tempo stesso ci sono opinioni che contrastano con la necessità di un corporate blog.

Sembra strano, vero? Eppure è così.

Mentre la pubblicità classica continua a perdere visibilità (qualche anno fa si parlava di un blog aziendale capace di colpire l’86% dei consumatori), la prospettiva legata al content marketing diventa sempre più importante. Soprattutto per chi cerca nuovi strumenti per dare visibilità alla propria azienda.

Il blog, quindi, si inserisce in queste dinamiche grazie alla sua natura, al suo essere piattaforma che si evolve in linea verticale. Nuovi articoli, nuove condivisioni, nuove occasioni di essere linkati e di convertire.

Con una buona strategia di blogging puoi definire la tua lead generation, puoi puntare al brand awareness, puoi portare nuovi visitatori verso risorse utili al tuo business.

Sembra un mondo perfetto, ma non mancano le opinioni di chi ostacola il percorso di chi vuole investire nel blog aziendale. Da un lato ci sono i portavoce di questo strumento, chi vuole sfruttare i suoi vantaggi per dare una marcia in più all’azienda. Al tempo stesso ci sono gli scettici, chi critica l’iniziativa legata al blog aziendale. Quali sono i motivi?

1. Non abbiamo tempo

Il primo ostacolo da superare: il tempo. Lavorare sul blog aziendale vuol dire investire una parte del proprio tempo per creare i contenuti di qualità che devi pubblicare, ma lavorare intorno alla fidelizzazione dei lettori e alla condivisione, distribuzione e ottimizzazione degli articoli.

Detto in altre parole, quello del blog è un lavoro a tempo pieno. Per questo esistono figure come i webwriter freelance, professionisti che scrivono e pubblicano gli articoli per conto dell’azienda.

Se vuoi sfruttare la flessibilità del blogger o del webwriter ti consiglio di scegliere un freelance legato al tuo universo professionale. In questo modo eviterai tempo e risorse dedicate alla formazione. Esempio: hai una web agency? Cerca un blogger specializzato in web marketing.

Per approfondire: come sfruttare Pinterest sul tuo blog aziendale.

2. Non sappiamo cosa dire

Quasi impossibile. Ogni azienda ha una storia, ogni azienda ha qualcosa da dire. Anche una realtà che produce – ad esempio – bulloni per macchine agricole può aprire un blog aziendale. Ovvero uno spazio per pubblicare articoli tecnici, per dimostrare il valore che ruota intorno alla creazione del prodotto.

Ma anche e soprattutto per fare storytelling, per dimostrare come quel bullone cambia la vita delle persone che lavorano con determinate macchine. Esiste un’azienda che non può sfruttare la forza del blog? Difficile dare una risposta, puoi parlare di ogni argomento e trovare una nicchia interessata: tutto dipende dalla strategia che usi per raccontare il valore.

3. Nessuno ci può aiutare

La tua azienda affronta un tema ultra specifico e non riesci a trovare blogger adatti. Non hanno le competenze, non riescono a scrivere articoli degni di questo nome perché il tema non è facile da affrontare. Avrebbero bisogno di un’attenzione costante, di una supervisione continua.

La soluzione? Punta sulla formazione. Crea un percorso formativo per la persona più adatta all’interno dell’azienda. Valuta predisposizione, competenze, entusiasmo di ogni singolo dipendente e scegli la persona adatta a questo compito. Un blogger freelance può darti (o almeno dovrebbe darti) massima competenza sugli aspetti tecnici, ma solo chi vive ogni giorno l’azienda può raccontarla nel miglior modo possibile. Per questo unire conoscenza e competenza può essere una soluzione interessante.

Per approfondire: sfrutta la forza di Linkedin sul blog aziendale.

4. Non vogliamo ricevere critiche

Probabilmente questa è la convinzione più dannosa: non aprire un canale per evitare che qualcuno lasci una critica nei commenti. La realtà è un’altra: se questa persona è realmente motivata a lasciarla lo farà su altri canali, lo farà in un forum o su Facebook. Anzi, il blog potrebbe essere una soluzione per concentrare le voci negative in un unico luogo e affrontarle in prima persona.

C’è anche da affrontare il rapporto dell’azienda con le critiche: perché evitarle? Non potrebbero diventare un’occasione per migliorare dettagli più o meno importanti del prodotto o del servizio? Il rispondere in pubblica piazza e il risolvere i problemi dei clienti non potrebbe diventare l’occasione giusta per dimostrare competenza, dedizione, capacità di comprendere le esigenze di chi sceglie il tuo brand. Sì, ci vuole impegno. ma anche questo è marketing.

5. Non abbiamo risorse

Pianificazione, strategia, stesura, pubblicazione degli articoli: non vuoi investire risorse con un blogger freelance, non puoi mettere in preventivo una spesa. Oppure non credi che sia arrivato ancora il momento di affrontare questo passo. Ma credi anche che avere un dipendente dedicato solo ed esclusivamente al lavoro online sia controproducente.

In altre parole mancano le risorse per far partire il progetto. In questo caso gli ostacoli sono comprensibili, e la mia opinione è semplice: il blogging ha bisogno di risorse. Interne o esterne, questo lo puoi decidere, ma ha bisogno di un cervello che lo alimenti. Ha bisogno di una penna che scriva grandi contenuti e che interagisca con i lettori.

Non è semplice, me ne rendo conto. Non puoi puntare sui contenuti di qualità a costo zero. È impossibile. Meglio aprire un blog e lasciarlo inattivo, o aggiornarlo senza una linea ufficiale? Magari inserendo contenuti di bassa qualità, scritti male e senza una strategia definita? No, sarebbe un danno per la tua realtà aziendale.

Ecco, in questo caso non è una scusa. Meglio evitare l’apertura di un blog aziendale quando non ci sono risorse. Ma l’assenza di potenziali argomenti? E il desiderio di non ottenere critiche? L’assenza di tempo? No, queste sono scuse. Scuse che puoi aggirare e risolvere facilmente, non credi?