Tutti parlano di blogging e di pubblicazioni. Ma chi deve scrivere gli articoli del blog? La risposta alla domanda che spesso si ritrova nelle discussioni degli addetti ai lavori è semplice: dipende dalle circostanze. In questi casi non c’è una ricetta definitiva.

scrivere articoli

D’altro canto questa è la condizione che affronto ogni giorno. Il blog è uno degli ingredienti fondamentali per arricchire la strategia di inbound marketing, per spingere le persone verso le pagine utili al business. E raggiungere obiettivi differenti.

Ad esempio un buon posizionamento SEO per le ricerche informative, un’attività di link earning, un lavoro di customer care. Senza dimenticare la possibilità di definire il tuo brand nella community: pubblicare lavori di qualità vuol dire comunicare competenza.

Ma chi scrive i contenuti di questo blog? Chi firma i post? Chi deve occuparsi della stesura dei testi e della programmazione? Provo a dare una risposta sfruttando 4 casi fondamentali che puoi osservare ogni giorno sul web.

Articoli personali

La situazione più semplice: c’è un unico autore che firma. E rappresenta il punto di riferimento per l’attività economica. È il caso del freelance che apre un blog per trovare nuovi clienti online e scrive articoli mettendoci la faccia, proponendo le proprie competenze.

In questa circostanza c’è aderenza tra progetto e stile, le pubblicazioni sono massima espressione del concetto proposto dal blogger. Che diventa l’unica mente che sforna contenuti. Non sempre è possibile seguire questa linea perché spesso manca il tempo di scrivere e gestire le attività di blogging.

Però i vantaggi sono chiari: tutto è nelle tue mani, non devi delegare e spiegare ad altre persone qual è la visione, la tua idea. Devi solo scrivere e comunicare con i lettori. La fiducia in questi casi diventa il fil rouge tra autore e utente finale.

Da leggere: come e perché investire in una strategia di blogging

Dipendenti e collaboratori

Seconda opzione per rispondere alla domanda: chi crea i contenuti del blog? I dipendenti, le persone che lavorano ogni giorno in azienda e fanno parte del team. C’è un intento comune, ci sono idee condivise e avventure da vivere insieme. Questo può essere un buon modo per riempire il calendario editoriale.

Il contributo dei dipendenti, che si può allargare ai collaboratori, è fondamentale perché racconta un’esperienza concreta: è l’azienda che ci mette la faccia, che mostra nome e cognome delle persone legate al programma. Tutto questo diventa oro colato per l’azienda che ha bisogno di umanizzarsi, di abbandonare quell’aura indefinita che l’allontana dal pubblico.

Chi deve scrivere gli articoli

Il blog mostra un tono di voce, un volto, una personalità. Questi progetti riescono a raggiungere obiettivi concreti, ma devono essere gestiti nel tempo. Non puoi ottenere tutto e subito, soprattutto non devi abbandonare i vari autori. Facile perdere il controllo della situazione, il coinvolgimento dei blogger deve essere massimo. Le persone devono sentirsi parte del disegno.

È giusto costringere gli operatori a condividere i contenuti che hanno creato sui profili social? La risposta è ovvia e si chiude con una riflessione: tutto ciò che viene imposto non ha valore nel social web, si trasforma in un fallimento. Se, invece, il blogger si trasforma in parte attiva del processo creativo non c’è bisogno di forzare e di suggerire. Perché sarà felice di condividere il proprio lavoro.

I dipendenti devono diventare ambassador del blog, e per ottenere questo devi seguire le propensioni e la valorizzazione del singolo. Individua le persone adatte al lavoro di blogging, fai formazione e spingile verso la soddisfazione dei desideri individuali.

Ghost writer

Una condizione particolare, spesso difficile da gestire. Ma a volte indispensabile. Vuoi pubblicare in prima persona ma non hai tempo e non puoi concedere risorse al blogging. Soluzione? Chiami un professionista della scrittura online e lo paghi per pubblicare al posto tuo. Con il tuo nome. Quest’attività è nota come ghost writing, ti permette di spingere contenuti sfruttando le competenze di altre persone.

Si tratta di un processo che può nascondere dei rischi. Il rapporto rimane sotterraneo quindi non hai problemi, nessuno dovrebbe scoprire il legame tra chi scrive e chi pubblica. Però io credo che l’audience debba essere costruita intorno a un’identità chiara, non artefatta.

Detto in altre parole, devi metterci il nome e cognome. Può essere necessario un ghost writer per tamponare un’assenza o un periodo difficile. Però il rapporto con la community deve sorgere intorno a un’identità cristallina. Questa è la mia opinione, il mio modo di vedere l’attività di blogging.

Blogger esperto in un settore

Forse una delle strade migliori da seguire. Con un blogger professionista hai a disposizione una figura capace di scrivere (compito dell’articolista) e di organizzare un piano editoriale. Senza dimenticare il lavoro sulle keyword da integrare all’analisi dell’esperto SEO. Da un lato c’è il professionista in grado di interrogare Google, dall’altro c’è chi programma il  calendario con i titoli dei vari post.

Il blogger esperto è uno snodo, una persona che può scrivere i contenuti perché conosce il settore. Ma, soprattutto, può soddisfare le esigenze del pubblico perché lo conosce, sa cosa vuole perché ne fa parte. Oppure è in grado di analizzare in profondità domande, esigenze, richieste, desideri.

Con questo modello puoi sfruttare un altro aspetto positivo: l’autorevolezza della firma, il suo essere influencer per una determinata nicchia. Spesso i blogger vengono scelti per la propria attività all’interno della community, per avere una voce capace creare lettori fidelizzati. Ovvero le persone che seguono l’autore nelle sue attività.

Per approfondire: come sfruttare Evernote per fare blogging

E tu cosa scegli?

Queste sono le soluzioni che conosco per pubblicare contenuti sul blog, e vanno dal lavoro personale al delegare ogni attività a professionisti del settore. Qual è la combinazione giusta? Non esiste una risposta netta, dipende dalle esigenze e dalle caratteristiche del progetto.

Però posso confermare l’importanza dell’identità, della chiarezza nel promuovere il proprio nome o quello dei collaboratori. Al tempo stesso posso sottolineare la necessità di figure specializzate, sia in termini di ghost writing che di blogging strategico.

L’aspetto più importante è la conoscenza dei mezzi a disposizione. Puoi scegliere la strada che preferisci, ma con la consapevolezza che esistono lati negativi e positivi. La tua bravura sta nel massimizzare i secondi e minimizzare i primi. Sei d’accordo? Chi scrive i contenuti del tuo blog? Aspetto la tua esperienza nei commenti.