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Se la SEO è già di per sé una serie di attività molto complesse, ancor più se si tratta di renderle “tangibili” agli occhi di un cliente giustamente poco avvezzo (se no, non sarebbe un cliente ma un competitor :)), riuscire a calcolare un budget è pratica da alti commerciali.

Ora, a meno che tu non sia un globetrotter della SEO, o un cliente pivot; per stabilire un budget per le attività di ottimizzazione penso (e spero) ti possano tornare utili le dritte che andremo ad affrontare.

Con qualsiasi canotta ti ritrovi a giocare, da professionista o da cliente, senza un ROI (return on investment) ben chiaro e calcolato non andrai a canestro e le sirene a fine partita suoneranno come d’allarme.

Calcolare il budget della SEO: reverse economy

Questo metodo l’ho appreso da un cliente (e-commerce) dalle nostre prime chiacchierate, che sono state illuminanti per le operatività SEO che siamo andati a svolgere poi, ad oggi con buon successo. Il consiglio è sempre quello di mettersi a tavolino per parlare, semplicemente e senza peli sulla lingua, di soldi: si tratta di lavoro e si lavora per aumentare quell’indicatore economico così tanto importante e al tempo stesso vituperato.

Così come si parla di fare reverse engineering per capire alcuni aspetti della SEO, forse – utilizzando un termine non proprio esatto – potresti fare “reverse economy“, economia inversa per capire elementi importanti quali:

  1. I prodotti che hanno un margine di guadagno maggiore.
  2. I prodotti che hanno una qualità maggiore rispetto alle altre proposte dei competitor.
  3. I prodotti che sono più facili da “smerciare”.

Capisco che, specie per il punto 1, si tratta di dati e informazioni che esulano dalla SEO stretta ma del resto, stando attaccati all’anello del Marketing dopo aver fatto questa schiacciata, non si possono ignorare anche per massimizzare il ROI del canale Search.

Grazie a questi dati siamo arrivati, con questo cliente, a stabilire non solo un budget ma un possibile Ritorno dell’Investimento, unendo tali informazioni con quelle più prettamente SEO che di solito escono fuori da una query analysis.

Ad esempio, a fronte di SERP ugualmente competitive, conviene di più essere visibili per un prodotto del quale si vendono pochi pezzi ma con un margine di guadagno enorme, oppure un altro che per raggiungere lo stesso ricavo necessita di molte più vendite, e quindi più magazzino, più spedizioni e accordi con un fornitore specifico?

Mettendo questi dati insieme, abbiamo puntato (e poi ottimizzato) l’e-commerce per prodotti ad alto ROI sia per una SERP leggermente meno competitiva, che per migliori accordi con il fornitore.

In altri casi invece, nonostante l’insistenza a puntare su un determinato prodotto molto ingombrante in termini di magazzino e spedizione, e la prospettiva un grande guadagno potenziale, si è lasciato perdere in virtù di una competitività altissima che – nel caso specifico di questo business -non giustifica ad oggi un investimento sulla SEO in ultima istanza (e ovviamente a livello logistico prima).

Per calcolare un budget devi avere tutte le informazioni possibili

E non parlo soltanto di volumi di ricerca, keyword difficulty e query potenziali: ma di dati reali, concreti, legati al lavoro di ogni giorno.

Non è affare di SEO? Giusto, è affare del custode del canale Search.

E tu cosa ne pensi? Valuti anche questi aspetti quando calcoli un budget?