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Sai qual è una delle caratteristiche fondamentali di un blog? La possibilità di ricevere commenti. Questo significa creare interazioni, fidelizzare il lettore che può diventare cliente, puoi creare un rapporto unico con persone sparse sul territorio. Persone che possono stampare il tuo nome nella memoria e cacciarlo fuori dal cilindro quando qualcuno chiederà un consiglio. Quando qualcuno chiederà un nome specializzato nel tuo settore.

Queste sono le armi speciali del blogging. Il tuo obiettivo non è aumentare le vendite. O meglio, questo è lo step ultimo: il tuo obiettivo deve essere più semplice da operativizzare. Vuoi creare, ad esempio, una community intorno a un prodotto? Perfetto, devi sfruttare i commenti del blog.

Sembra facile, vero? In realtà gestire i commenti di un blog aziendale è una bella sfida, perché spesso i commenti diventano lo sfogo dei clienti insoddisfatti o il luogo in cui si riuniscono troll e personaggi con doppi fini per minare la tua credibilità. Io ho una ricetta ben collaudata per “blindare” i commenti. E in questo post voglio descrivere ogni singolo passaggio.

Piattaforma sicura

In primo luogo devi fare in modo che la tua piattaforma sia al sicuro da commenti inopportuni. Il modo più semplice è quello di lasciare il blocco preventivo dei commenti su WordPress. In pratica, prima di pubblicare qualsiasi commento devi verificare la bontà del contenuto: devi andare in setting, discussione e applicare l’opzione “Un amministratore deve sempre approvare il commento”.

In alternativa – utile soprattutto quando ricevi molti commenti – puoi fare in modo che solo il primo commento venga filtrato, lasciando passare quelli che provengono dalla stessa identità. Può essere una buona soluzione e per attivarla devi cliccare su “Gli autori di un commento devono avere un commento già approvato in precedenza”, ma ti consiglio di creare dei filtri per evitare che vengano pubblicati in automatico articoli che potrebbero comunque danneggiare la tua autorevolezza.

Ancora un consiglio: per evitare spam automatico ti consiglio di applicare un capcha, ovvero un campo che costringe l’autore di un commento a inserire una combinazione di lettere e numeri. In questo modo puoi limitare l’azione dei programmi automatizzati che lasciano spam nei blog.

Policy

Avere una pagina dedicata alla policy è cosa buona e giusta. Anche perché in questa pagina puoi inserire tutte le informazioni che i lettori devono sapere per commentare nel rispetto delle regole. Di solito i punti che inserisco in una policy sono semplici, e si basano sull’evitare:

  • Linguaggio offensivo e/o violento.
  • Messaggi spam.

In questo modo hai bypassato gran parte del problema: se qualcuno lascia un messaggio che non rispetta queste regole viene cancellato. Inoltre puoi definire come regola la necessità di utilizzare un profilo reale per muovere una critica. Spesso, infatti, dietro agli attacchi si nascondono persone con interessi diversi, magari dei concorrenti. Il blog è un luogo di confronto e di conversazione, ma se vuoi criticare devi essere pronto a metterci la faccia.

Per approfondire: come integrare un blog aziendale con Twitter.

Ogni commento è come un post

Ogni commento, esatto. Quando lasci un commento devi ragionare in quest’ottica: puoi formattarlo, puoi inserire codice, puoi arricchirlo con embedded, puoi creare dei piccoli post con immagini, video. Inoltre puoi sfruttare i commenti per inserire link interni e far scoprire ai lettori nuove risorse.

Ricorda però di curare il tone of voice: deve essere lo stesso del post, non puoi usare due registri differenti. E occhio all’equilibrio: spesso le discussioni si infiammano, ed è tuo preciso compito mantenere l’equilibrio. Mai perdere la calma, rispondere con educazione e bannare gli utenti che creano problemi se non rispettano la policy.

La sua utilità è proprio questa: quando prenderai provvedimenti non potranno dire “non lo sapevo”. Le regole ci sono e devono essere rispettate.

Un ultimo consiglio

Che poi è il consiglio più importante. Il lavoro che fai nei commenti è molto importante per la tua attività di corporate blogging: puoi comunicare con i lettori, puoi creare rapporti e relazioni importanti. Ma puoi anche creare delle situazioni spiacevoli e imbarazzanti per il tuo brand. Soprattutto quando non riesci ad ammettere l’errore e continui ad arrampicarti sugli secchi.

Questo è il peggior errore del blogger. Capita a tutti di sbagliare: certo, il tuo compito è quello di evitare sviste ma il post perfetto non esiste. Quindi hai un compito ben preciso: controllare che veramente hai commesso un errore (spesso le persone attaccano senza sapere che sono in errore) e poi ammetti l’errore. Basta. Non devi fare altro.

Un blogger, soprattutto un blogger che lavora per un blog aziendale, non può e non deve rovinare il suo nome con una crociata inutile. Facile ritrovarsi in una rissa digitale, e in questa situazione sei sempre tu a perdere. Sii un padrone di casa giusto, lascia spazio a tutti ma detta delle regole valide per tutti. Questo è il mio modo di gestire i commenti dei blog aziendali: vuoi aggiungere qualcosa?