Hai aperto il tuo blog aziendale, hai iniziato a lavorare sui contenuti di qualità per ottenere buoni risultati. Ma tutto questo non ha senso se non inquadri le tue azioni in una prospettiva di inbound marketing. Ovvero se non trasformi i tuoi articoli in esche per i tuoi clienti.

inbound marketing per blog aziendale

Questo è lo snodo importante: il blog non può e non deve essere un archivio di comunicati stampa, non nasce per idolatrare le tue attività e glorificare i tuoi successi. Il portfolio basta e avanza, tutto questo su un diario online ha valore pari a zero. Il motivo è semplice: il mondo non ha bisogno di questi articoli.

Il tuo compito è chiaro: soddisfare le esigenze con testi, immagini e video. La pubblicazione su WordPress non è il passaggio finale, ma l’inizio di un percorso che porterà il lettore sul blog. Obiettivo? La vendita o la richiesta di preventivo. Ma quali sono i passaggi fondamentali?

Analisi SEO

Senza una buona strategia SEO il tuo blog aziendale non può puntare all’inbound marketing. In questo modo puoi capire quali sono gli interessi del prossimo sui motori di ricerca. Cosa cerca? Quali argomenti? Cosa vuole dai blogger e dai produttori di contenuti? Solo se conosci la domanda puoi dare una risposta.

Risposta che deve essere migliorata, devi seguire le principali regole dell’ottimizzazione SEO on-page per avere dei buoni risultati. Oggi parlare di web copywriting vuol dire soprattutto rispettare le esigenze: Google restituisce il miglior risultato possibile. E tu devi rispettare questo principio.

Cos’è l’inbound marketing? Una strategia per farti trovare nel momento in cui il pubblico ha bisogno di te. Per portare a termine questo punto non puoi rinunciare alla SEO, e soprattutto a un buon investimento.

Per approfondire: i corporate blog servono per la SEO?

Social Media Marketing

La SEO è fondamentale per posizionare i contenuti sui motori di ricerca, ma non basta. Devi distribuire i post sulle piattaforme che le persone decidono di seguire per leggere i tuoi testi. Detto in altre parole, devi lavorare con i social e scegliere i canali ufficiali. Twitter, Facebook, Google Plus: quale preferisci?

Inbound marketing

Dipende dall’attività. Nel settore viaggi ad esempio è indispensabile essere su Instagram, nel mondo della tecnologia c’è Twitter che fa la parte del padrone. Per gli argomenti professionali puoi puntare su LinkedIn e per l’abbigliamento c’è Pinterest. Ovviamente non c’è una combinazione perfetta, devi capire qual è la migliore soluzione. Senza dimenticare Facebook che è sempre una delle migliori fonti di traffico e la soluzione ideale per fare pubblicità (insieme ad Adwords)

D’altro canto devi preparare il tuo blog all’universo social, non solo essere presente sulle piattaforme. Questo significa che devi scegliere i bottoni per condividere i tuoi post. Nessuno lo farà se non faciliterai il compito, quindi ti consiglio di leggere questo post: i migliori pulsanti share di WordPress.

Flussi interni

I contenuti sono online, grazie alla SEO e a un buon lavoro di social media marketing stai aumentando le visite. Un buon risultato. Fermati un attimo: dove mandi queste persone? Cosa devono fare? A cosa servono? A soddisfare il tuo desiderio di far crescere i grafici su Google Analytics?

Mi dispiace, questo è un approccio da rinnegare. Devi portare traffico qualificato sul blog, e poi devi fare in modo che raggiunga le risorse per acquistare il tuo prodotto/servizio o per trasformarsi in contatti. Ovvero in lead interessati che chiedono informazioni.

Come si ottimizzano i flussi interni? Ad esempio con banner nella sidebar o nel footer del post. Poi ci sono i link interni e quelli che si trovano nel menu di navigazione. L’obiettivo è semplice: portare visite sulle landing page. Per farlo devi contestualizzare i collegamenti ipertestuali: inbound marketing non è interruzione, devi farti trovare nel momento in cui c’è bisogno di te.

Landing page

Come ottimizzare il processo di inbound marketing senza le landing page? Semplice, non puoi perché hanno un obiettivo preciso: aumentare le conversioni. Questo significa che non ci sono distrazioni, non hai bisogno di portare click altrove. Questa è la chiave di tutto, la tua strategia ruota intorno alla landing.

Le persone non ti conoscono, ma grazie ai social e alla SEO scoprono i tuoi contenuti. In questo caso punti sulle ricerche informazionali. Gli utenti lasciano domande sui motori di ricerca e tu dai un contributo disinteressato, informativo, completo. Non elogi prodotti o servizi, metti al centro l’esigenza dell’utente. Ma non mancano i link per arrivare sull’offerta.

Qui entrano in gioco le landing page che rispondono alle ricerche transazionali. Ovvero che permettono al singolo di compiere un’azione. Ad esempio sulla landing page è possibile ricevere maggiori informazioni, acquistare un servizio, chiedere un preventivo, scaricare un infoprodotto. La landing page deve essere ottimizzata per svolgere solo l’azione desiderata.

Verifica dei risultati

Insomma, di cosa stiamo parlando? Se non verifichi i risultati non puoi migliorare e non puoi mettere in campo nuove azioni per crescere. E per aumentare il fatturato. Dalla verifica dei dati prende vita l’ottimizzazione dei contenuti, dei flussi, delle landing page. Qualche passaggio utile:

  • Qual è il comportamento della visita sul blog?
  • Come si raggiungono le landing page?
  • Cosa succede su queste pagine?
  • Quanti link in ingresso hai guadagnato?
  • I commenti arrivano?
  • E le condivisioni?
  • Quante richieste di preventivo arrivano?

Il concetto è chiaro: devi capire cosa succede sulle pagine, verificare le azioni e agire di conseguenza. A cosa serve una visita se entra ed esce dal blog dopo pochi secondi senza visitare altre sezioni? A niente. Magari è una percentuale minima dei click, è fisiologico registrare qualche caso.

Ma anche le PPC (pageview per click) sono basse? Questo parametro si accompagna a un’alta frequenza di rimbalzo? Quante persone arrivano sulla landing page? E quante compilano il form? Per avere, monitorare e gestire queste informazioni hai uno strumento a disposizione: gli obiettivi di Google Analytics. Puoi impostare dei parametri per registrare eventi, tempi di permanenza, azioni. E prendere delle decisioni strategiche.

Da leggere: come seguire i primi obiettivi del blog

Inbound Marketing e blog aziendale: la tua esperienza

Oggi non è difficile pensare a un blog aziendale dedicato all’universo inbound marketing. Molti ci provano, pochi riescono a ottenere successo. I punti elencati sono quelli che consentono ai contenuti di raggiungere buoni risultati. Sei d’accordo? Puoi confermare questi passaggi? Aspetto la tua esperienza.