La cosa bella della progettazione della user experience è che negli anni rimane sempre fedele a se stessa. Possono cambiare alcuni elementi o possono venire sostituiti alcuni standard, ma i principi rimangono sempre gli stessi. I trend e le innovazioni riguardano più il web design che la user experience: il primo è vittima delle mode che in seguito possono influenzare positivamente o negativamente la user experience globale, un po’ come il caso del burger menu, ormai entrato nell’uso nelle versioni mobili, in termini di risparmio di spazio, nonostante i pro e i contro siano ancora dibattuti dagli esperti del settore.

burger menu navigazione

Quello cerchiato in rosso è il cosiddetto “Burger menu” dal momento che ricorda gli strati del panino.

In linea di massima però i principi dell’ux design sono sempre quelli che governano la progettazione in generale, sia analogica che digitale, seguendo una linea di fondo molto semplice: garantire all’utente dell’oggetto in questione una, reale o virtuale, ottima e semplice esperienza.

Ma c’è un problema: nonostante i principi dell’ux design siano sempre gli stessi (e quindi dovrebbero essere entrati nell’uso), ogni volta è un po’ come “scoprire l’acqua calda”, soprattutto sul mobile. Nonostante basti rispettare semplici linee guida e iniziare la progettazione di un sito web o di un app dall’analisi del target, del prodotto e dei competitor, ancora oggi si commettono degli errori, a volte gravissimi. Di questi errori, è importante fin da subito concentrarsi su alcuni elementi chiave, in modo da arginare il più possibile gli abbandoni del carrello e quindi trasformare le visite in conversioni.

I 3 errori che rovinano la ux

  1. La Search box che non funziona come si deve. Lo ripeterò fino alla noia: in un e-commerce la search bar, ovvero la barra di ricerca, è la funzionalità più importante dopo il bottone per aggiungere un prodotto al carrello, (anche se evidentemente è un errore frequente…)
    hollister bad ux

    “Se un utente non può acquistare un prodotto, non lo comprerà” Sul sito di Hollister mancano le CTA nella pagina di listing

    Comunque la search box oltre ad essere utilizzatissima in portali come Amazon, Asos o Zalando viene utilizzata soprattutto da chi è più propenso all’acquisto perchè ha già chiaro quale sia il suo bisogno, senza dover fare un giro di esplorazione. L’importante è che il design, come sul desktop anche su mobile, sia chiaro e visibile: per mancanza di spazio viene sostituito dall’icona della lente di ingrandimento a comparsa con il tap. Inoltre è importante che alla base ci sia un buon motore di ricerca con l’autocompletamento e il suggerimento dei risultati in modo da velocizzare il processo, quasi anticipando le intenzioni dell’utente. search box ux

  2. Form troppo lunghi. Infiniti campi da compilare sono una barriera all’acquisto su desktop, figuriamoci su mobile dove da una parte le dimensioni ridotte dello schermo, dall’altra le dimensioni delle dita non favoriscono una semplice interazione. Per questo una soluzione per semplificare può essere l’impostazione della tastiera per l’immissione dei campi,  ad esempio: il camo e-mail dovrebbe di default prevedere la tastiera con la chiocciolina, oppure il campo del numero di telefono dovrebbe mostrare il tastierino numerico, evitando all’utente lo switch tra una tastiera e un’altra, in modo da evitare step superflui e quindi diminuire i passi necessari per compilare i form (di fatturazione e spedizione) e quindi concludere l’acquisto.form ux design
  3. Processo di acquisto lento. Per velocizzarlo, mostra fin dal checkout tutte le spese aggiuntive, come ad esempio le spese di spedizione e l’eventuale scelta del metodo di pagamento oppure se il tuo e-commerce non prevede il guest checkout, ovvero l’acquisto senza registrazione, sfrutta il social login ovvero i dati di accesso dei profili social per creare il profilo sul sito, per poi successivaente immettere dati necessari al completamento dell’ordine per velocizzare la registrazione e non trasformarla in una barriera.