La SEO può aiutare a migliorare la visibilità di un brand, non tanto in termini di posizionamento, quanto di reputation management? Certo che si nell’ottica di rendere meglio visibili i risultati utili – e quindi positivi – che riguardano non solo un brand di un’azienda ma anche, più in piccolo, le ricerche “nome+cognome”.

Mi è capitato e mi capita tutt’ora, infatti, di dover agire su pagine di risultati di ricerca di questo tipo che di primo acchitto sembrerebbero semplici ma che in realtà possono nascondere più di un’insidia. Non è una novità che i “cacciatori di teste” delle Risorse Umane, anche in Italia, siano sempre più attenti a ciò che circola su un possibile candidato.

C’è poco da fare, basta digitare il nome e il cognome di una persona sul motore di ricerca per saperne vita e imprese. Risulta importante farsi trovare, e farsi trovare bene.

Già non essere presenti è un campanello di allarme: perché, nell’era dell’informazione, esiste ancora qualcuno non presente online? Se poi parliamo di posizioni aperte per il nostro settore, è peggio che essere come il sommelier con il raffreddore.

5 vantaggi della SEO per il brand

Così come il post sui vantaggi del brand per la SEO, vediamo adesso 5 vantaggi che l’ottimizzazione sui motori di ricerca può portare al brand.

1. Il controllo: Avere sott’occhio la SERP con il proprio nome+cognome o con il brand della propria azienda ti permette di affrontare le criticità prima che si presentino: un risultato sgradito fa capolino in prima pagina? Bene, meglio agire quanto prima, dato che le azioni SEO – nonostante quel che credano certuni – non hanno effetto in realtime ma necessitano di un minimo di tempo per essere “digerite” da Google.

Il tool (scontato) per tenere sotto controllo ciò che si dice in Rete a livello di contenuti indicizzati è Google Alert.

2. La complementarietà: Del rapporto fra SEO e social ne abbiamo parlato precedentemente e ciò che ne emerso è la sua complementarietà.

Anche qui ci va in aiuto Google, se lo sappiamo sfruttare bene: avere dei canali social ben sfruttati permette facilmente di averli in prima pagina sul motore di ricerca, altri spazi gestiti direttamente dai proprietari.

3. Il caso studio: Questo punto è molto utile per i singoli professionisti che magari non hanno ancora un portfolio corposo o per le aziende che frequentano molto eventi di settore: far vedere come si sa gestire bene la propria immagine online è il primo segnale di professionalità che si dà.

Bando ai sommelier raffreddati e ai calzolai senza scarpe, quindi.

4. L’autorevolezza: Ti affideresti a qualcuno che si presenta in mutande o a chi sta in giacca e cravatta o quantomeno non in condizioni da post-sbornia? Ecco, guarda come si presenta la tua immagine online, o quella della tua azienda, e valuta in quale dei due casi rientra la tua SERP di riferimento.

Chi risulta più autorevole, se non chi ha una pagina dei risultati di ricerca immacolata, e magari con qualche menzione di merito?

5. La cura: Legato al punto precedente. Curare la propria SEO non solo è un “atto d’amore” verso la propria reputazione online e quindi verso il proprio lavoro ma certifica a un possibile cliente che tu non solo ci sei, e in maniera autorevole, ma anche in maniera “care”, ovvero che sai come gestire davvero un progetto sul Web.

D’altronde si gestendo quello più grande, cioè quello che riguarda la tua presenza.

Secondo te quali altri vantaggi ci sono della SEO per il brand?