Google Penguin 2.0: ecco l’evoluzione dell’algoritmo

Una volta aspettavamo con ansia l’aggiornamento del pagerank, quella linea verde della tool bar accompagnata dal numero che decretava il successo o l’insuccesso della nostra ottimizzazione SEO.
penguin

Poi le cose sono cambiate, e oggi aspettiamo l’aggiornamento degli algoritmi che puniscono i siti poco virtuosi. O meglio, che hanno lavorato male con la SEO guadagnando link in modo non conforme alle regole di Google.

Ed ecco che la lama affilata di Penguin 2.0 cala sulle serp e sfoltisce i risultati, catapultando i siti non meritevoli ai confini del web. Ma quali sono i principi di questo nuovo aggiornamento?

Google Penguin 2.0 è stato annunciato da Matt Cutts il 22 maggio 2013 con un tweet: la nuova versione dell’algoritmo è operativa, e sul blog di Cutts si trovano altre informazioni utili. Ad esempio, viene segnalato un modulo per segnalare manualmente a Google siti spammosi che continuano ad avere posizioni rilevanti sul motore di ricerca.

Ma in cosa consiste questa nuova versione di Google Penguin? Il dato più affidabile è quello individuato anche dal Tagliaerbe: in un’intervista, Matt Cutts sottolinea che la versione precedente di Google Penguin guardava solo alla home page, e che la 2.0 va in profondità.

Su cosa significhi questo, almeno ora, si possono fare solo delle ipotesi. Nel frattempo ci sono siti internazionali che già hanno subito notevoli perdite a causa della condotta poco esemplare, e anche in Italia c’è che ha registrato diversi problemi più o meno seri.

Searchmetrics ha riassunto i siti e i portali più famosi che hanno riportato ingenti perdite dopo l’arrivo di Penguin 2.0.

penalizzati

L’attenzione, quindi, è puntata sulla qualità del lavoro SEO. E sull’acquisizione di link più o meno innaturali. Il concetto è semplice: gli easy link saranno sempre vulnerabili. Lo erano con la precedente versione di Penguin, e lo sono ancora di più oggi che l’algoritmo è stato perfezionato e invitato a scendere in profondità.

Per avere buoni link devi sudare e lavorare sodo. I link facili prestano il fianco alle falciate di Google, quelli di qualità – gli hard link – sono difficili da ottenere ma forti, tematizzati. Lavora sui contenuti di qualità, stai alla larga dagli Advertorials malcelati (hai presente la differenza tra pubblicità e contenuti editoriali?) e otterrai buoni risultati!

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