Nell’ultimo periodo sto dedicando molto tempo all’idea di ottimizzare non soltanto la SEO in quanto attività di posizionamento sui motori di ricerca, ma come Ritorno dell’Investimento per il cliente: c’è poco da fare, la “visibilità” fine a sé stessa non serve più a nulla – a meno che non ci sia una richiesta esplicita di posizionamento su vanity key – ovvero su parole chiave sulle quali esserci per un fattore di brand.

Questo tipo di richiesta di solito la fanno due clienti: il piccolo (in termini di cultura d’impresa) che è invidioso del posizionamento del proprio competitor, anche se di fatto non gli porta nulla, e il grosso (in termini di brand) che ha necessità di essere presente per awareness.

Primo passo: farlo nella direzione di Marketing

Lo so, lo so, non dovrebbe toccare all’umile mestierante della SEO l’ingrato compito di far capire al cliente della PMI che la sua concezione di ottimizzazione sui motori di ricerca NON è produttiva.

Molti colleghi sono dell’idea che ” ‘sti cavoli, io mi prendo il lavoro e pace“. Intendiamoci, di base non è un approccio sbagliato ma non ti dico di fare un passo nel campo del Marketing (che nessuno ti pagherà come extra) per etica. Semplicemente perché ne va del TUO brand, della tua reputazione e della tua sanità mentale.

Prendere un cliente che non sa cosa vuole esattamente per qualche mese di bollette pagate, a breve termine permette di fare la spesa, ma nel medio periodo è una rottura di scatole. Perché i cocci sono sempre tuoi.

Secondo passo: chiedere i dati più utili al ROI

Si continua muovendo anche il secondo passo nel campo del Marketing:

  • Qual è il margine di guadagno maggiore sui prodotti/servizi che il cliente vende?
  • Fin dove può agire localmente? Se effettua spedizioni, quanto gli costa, ad es. per l’estero?
  • Quali vende di più online? Da dove arrivano gli acquisti?
  • Come sono composte le SERP di riferimento? Qual è il CTR organico?

Qualche tempo fa, ad esempio, affrontai una consulenza con un e-commerce di materassi che prima di Google Venice, quindi pre-geolocalizzazione delle SERP, vendeva tantissimo con la key secca “materassi” e alcune correlate su Milano. La sua ri-localizzazione su Piacenza, dove effettivamente opera tutt’oggi, lo aveva reso meno visibile sulle SERP milanesi con conseguente calo del fatturato.

Ora, nessun esperto SEO gli aveva segnalato questa cosa, solo proposto preventivi; e lui stesso però non sapeva – se non andando a scartabellare nella fatture – da dove arrivasse la maggior parte del suo introito online.

Sei ancora sicuro che ti possa limitare a svolgere il compitino SEO?

Terzo passo: ottimizzare per le query più performanti

Dopo aver effettuato una keyword analysis seguendo i dati del secondo passo, finalmente ci si può rituffare nel confortevole (???) mare della SEO. Si, si può iniziare a svolgere tutte quelle attività per le quali sei stato chiamato ad operare.

E tu cosa ne pensi? Balzo da salto dell’oca direttamente al terzo step o può valere la pena offrire un pizzico di supporto in più?