L’e-mail marketing (spesso abbreviato come DEM aggiungendo l’aggettivo direct all’inizio) – prima e molto più spesso della SEO – è stato visto come uno strumento pronto a sgonfiarsi come un soufflé di fronte all’avanzare di nuove strategie di promozione 2.0.

Eppure, la vecchia e cara e-mail, ha sempre resistito alle nuove tendenze (spesso social) del mercato, un po’ come le ricette della nonna la cui bontà trascendono tutta la cucina fusion e macrobiotica di questo mondo. Anzi, forse le DEM sono lo strumento che meglio si è adattato e più ha assunto il ruolo di “ciliegina sulla torta”, di finalizzatore delle strategie di marketing più disparate per portare numeri al proprio business.

La dispensa zeppa di contatti grazie alla lead generation

I vari canali che si possono attivare per fare lead generation, dal dare un contenuto in cambio di un contatto mail (ne parleremo nei prossimi post) alla semplice iscrizione a una newsletter di informazioni esclusive devono trovare uno sfogo: una bomba alla crema prima o poi esploderà e noi non vogliamo sporcarci la camicia, piuttosto preferiamo gustarne il ripieno, no?

A questo servono le DEM: utilizzare l’enorme potenziale dei contatti registrati affinché vengano convertiti in clienti.

Quale scenario migliore se non la casella e-mail dell’utente, il suo “luogo intimo” nelle comunicazioni online?

Mi dirai che il fratello più piccolo e ancora più impiccione è l’SMS marketing (un numero di telefono è ancora più personale di una mail) – ma data l’intrusività media e l’ambiguità del reperimento dei contatti che vedo in giro, magari ne parleremo più in avanti in modo dedicato.

Torniamo alle nostre DEM. Secondo il mio modestissimo parere, è il carattere “spammoso” che hanno molte comunicazioni via e-mail a far dire a molti che l’e-mail marketing si sgonfierà/si è già sgonfiato.

Una soluzione, che più che l’uovo di Colombo è più scotta della pasta da discount è la profilazione dei contatti. Sembrerebbe infatti una pratica piuttosto “basilare” ma vedo ancora tantissime offerte di vendita lista contatti (spacciati a loro volta per profilati) anche a pochi euro.

Il problema vero secondo me è: ma a quanti consulenti prima di te credi che abbiano venduto quella lista? Il malcalpitato finito in quel giro, ci credo si che non lo convertirai mai a cliente; gli arriveranno più promozioni nella casella e-mail che quanto più chicchi di riso potrai contare in un campo cinese.

Sapere scrivere a puntino delle DEM

Molto fa anche il copywriting delle tue DEM. Così come per l’intercettare i bisogni sul canale Search, il segreto sta nell’incuriosire e soddisfare già dalla mail stessa il bisogno del contatto.

Questo avviene solo se, IMHO, rispetti due semplici regole:

  • La profilazione del contatto.
  • L’intenzione di offrire una piccola soluzione, gratuitamente, già nella mail.

Se non è un contatto che ti sei guadagnato, probabilmente non “lo conosci” nemmeno e non sai quale bisogno potrebbe avere. E se anche te lo fossi guadagnato, non sperperare tutto risultando semplicemente promozionale, offri qualcosa – un assaggio gustoso della soluzione che rappresenta il tuo prodotto finale.

Sicuramente ho ancora tantissimo da migliorare, ma ultimamente – avendo una buona base profilata sulla formazione 2.0 – noto che il canale che converte di più è l’e-mail, prima ancora di SEO e Social.

Certo, molto lo fa il settore di riferimento e la sua presenza sui vari canali ma bisogna tenere in considerazione la cosa.

L’obiettivo delle tue attività di marketing dovrebbe essere soddisfare i bisogni così come ogni ristoratore dovrebbe avere a cuore per prima cosa quello di riempire (bene) la pancia dei propri clienti.

E se sei vicino al singolo contatto, tanto da essere “intimo” amico di e-mail, chi meglio di te?

Tu cosa ne pensi?