blogging aziendale

Siamo preda dei numeri, delle misure. E lasciamelo dire: a giusta ragione. Perché solo attraverso il buon uso dei dati puoi raggiungere i tuoi obiettivi come blogger aziendale. Il percorso è semplice, almeno in teoria. C’è una digital strategy, c’è un piano editoriale per identificare:

  • Obiettivi
  • Target
  • Contenuti

Stai scrivendo e stai pubblicando, stai cercando di raggiungere obiettivi come lead generation, brand awareness, posizionamento SEO. Quindi il valore del blog aziendale può essere misurato attraverso delle metriche, quelle che i professionisti del settore identificano come KPI. Sto parlando dei key performance indicator che ti permettono di avere in mano dei numeri, dei valori.

Ma noi non siamo solo numeri

Questo è il nodo cruciale, l’aspetto che molti professionisti ignorano o fanno finta di non vedere. Io sono d’accordo con chi ragiona intorno ai numeri, ma credo che per valutare nel miglior modo possibile la presenza di un corporate blog si debbano osservare i vantaggi indiretti che arrivano da un’attività continua.

Vantaggi indiretti e non osservabili dall’esterno. Oggi voglio affrontare l’argomento blogging aziendale da una prospettiva differente: preferisco non parlare di visite e di condivisioni, non voglio ricordare al mondo quanto sia importante avere un contatore Twitter con i numeri o una landing page che funzioni.

I vantaggi di un blog aziendale sono chiari, ma cosa succede quando si crea una piccola redazione interna? Hai deciso di trasformare i tuoi dipendenti, dopo una giusta formazione, in autori del corporate blog: cosa accade in ufficio? Quali sono i benefici? Io ho qualche idea…

Nuovo entusiasmo

Il primo vantaggio che ho notato quando inizia una nuova avventura di blogging aziendale: entusiasmo. Spesso gli uffici si appiattiscono, rimangono fermi e immobili nel tempo. I dipendenti si limitano a svolgere la stessa operazione in modo schematico. Non è colpa del singolo ma della routine lavorativa.

Puntare sul blogging può essere un modo per cambiare prospettiva. Un atteggiamento che spesso fa a pugni con la resistenza nei confronti delle novità. Per fare blogging hai bisogno di formazione, devi approfondire i temi che vuoi affrontare, devi relazionarti con un mondo nuovo.

Tutto questo, a volte, frastorna i dipendenti. Soprattutto chi lavora da molto tempo in un settore. Il mio consiglio: selezionare con cura le persone che dovranno occuparsi del blog, non trasformare quest’attività in una forzatura. Meglio scegliere individui che hanno la giusta propensione per svolgere questo incarico.

Analisi interna

Sai qual è uno dei grandi vantaggi indiretti del blogging aziendale? Riprendere consapevolezza della propria realtà. Spesso, quando creo il piano editoriale, le aziende non riescono a dare risposte  alle domande utili al progetto: quali sono i valori aziendali? E i suoi pregi? Quali sono i punti deboli? Qual è quell’elemento che ti rende differente dalla concorrenza? Perché un cliente dovrebbe scegliere te?

blogging aziendale

Sul serio, spesso le aziende non sanno rispondere alle domande. Perché non hanno mai affrontato il content marketing basato su un’esigenza chiara: comunicare nel modo giusto. Avere una persona che guidi la redazione interna verso questi obiettivi – almeno in una fase preliminare – può dare dei risultati interessanti.

Per approfondire: come analizzare un competitor lato SEO

Ridefinire i rapporti

Una buona abitudine collegata alla presenza del blog aziendale: riunione settimanale per definire gli argomenti. Succede in tutte le redazioni, e puoi prendere anche tu questa buona abitudine. Lunedì mattina, caffè alla mano e computer accesi, ci ritroviamo intorno al tavolo per:

  • Analizzare quello che è successo.
  • Individuare nuovi argomenti.
  • Stabilire delle priorità.

Tutto questo si traduce in massima efficienza per il tuo blog, in questo modo c’è sempre la persona giusta al posto giusto. Ma non è solo questo il vantaggio: nella discussione si definiscono i rapporti interpersonali. Si scambiano idee, si portano avanti progetti, si creano affinità. E a volte si sciolgono dei nodi che si erano creati in passato.

Chiaro, tutto questo è vero anche in senso opposto. Quindi si possono formare delle divergenze e dei contrasti a causa di incomprensioni. Qui entra in gioco il caporedattore – o comunque il responsabile del progetto – che ha un obiettivo chiaro: far funzionare il tutto nel miglior modo possibile. Senza creare divisioni, ma cercando di individuare il giusto compito per le persone coinvolte.

Crescita

Questo è il punto che preferisco. Coinvolgere i gli impiegati nel blog aziendale vuol dire spronarli verso la crescita e il miglioramento professionale. Ma è anche un modo per portare in risalto il nome di queste persone, fare in modo che passino dall’anonimato alla pubblica piazza. Magari iniziando un vero e proprio percorso di personal branding: i tuoi dipendenti devono essere i tuoi principali fan sui social.

Quindi puntiamo sul blog interno?

I più attenti hanno notato una cosa: è scomparsa la figura del blogger professionista, i dipendenti scrivono e firmano gli articoli. Soluzione valida? Certo, in determinati settori può essere la chiave vincente. Quando, ad esempio, l’argomento è difficile da affrontare per un blogger generico, o quando in azienda hai delle istituzioni nel settore.

Non sempre il blogger freelance può affrontare l’argomento, spesso questa figura può fare da supervisore per l’ottimizzazione SEO o per la gestione del calendario editoriale, dei social, dei commenti. Può essere una risorsa nel settore della formazione.

Insomma, la flessibilità deve essere alla base dell’organizzazione di un blog. Ma soprattutto io punto sulla necessità di mettere in primo piano i volti, i protagonisti dell’azienda. Magari del CEO.

La tua esperienza

Questa è la mia idea, ma soprattutto questa è la mia esperienza personale. Nel corso degli anni ho visto nascere diverse redazioni e questa soluzione ha portato vantaggi difficili da valutare.

A patto che alla base ci sia organizzazione e buona volontà da parte degli attori: forzare un dipendente a svolgere un compito non previsto può trasformare la tua attività di blogging in una disfatta. Ma in linea di massima il giudizio è positivo: sei d’accordo? Qual è la tua esperienza?