Pochi mesi fa lo davano per spacciato, invece Google Plus è più vivo che mai. Ma se cerchi un centro di gravità permanente alla Battiato hai sbagliato posto. Google Plus non è il tuo centro di gravità permanente Da quando è comparso nelle nostre vite (era il 2011) ne è passata di acqua sotto i ponti. All’inizio ha rischiato di essere un flop assoluto e senza precedenti: troppe le somiglianze con Facebook e Twitter, pochi i valori aggiunti, poi… il salto di qualità. L’integrazione con Gmail, Google Drive e YouTube, la nascita dell’AuthorShip e la stretta correlazione con la SERP di Google, gli Hangout, gli Helpout, il microblogging, l’autoawesome, le storie e la fusione di Local, Places e Pagine in My Business e tutti gli altri strumenti integrati nella piattaforma hanno reso Google Plus il Re indiscusso dei Social Network. Impossibile non esserci, volenti o nolenti. Perché, che tu ci creda o no, ci sei già, con o senza account, profilo o pagina. Ci sei perché esisti. E nel mondo qualcuno parla (o ha parlato) di te, nel bene o nel male. Hai provato a googlarti, ovvero a cercare il tuo nome su Google? Di certo, la prima pagina di Google si è riempita di risultati, magari non ti appartengono direttamente perché hai un omonimo… ma sei certo che la gente lo sappia? E se la tua reputazione o l’attività lavorativa risentisse di quanto trovato su Google? Sul web tu ci sei, che ti piaccia o no. E se tu non parli di te, lo farà qualcun’altro… ma come lo farà? Ecco perché essere su Google Plus è quasi un obbligo per tutti: a prescindere dalla professione svolta e dall’avere un’attività commerciale. A questo aggiungi che, a differenza degli altri canali social, puoi seguire (ed essere seguito da) chiunque, senza avanzare richieste di amicizia o connessione: da soli i tuoi contenuti possono attivare l’interesse dei navigatori, che vedendo la tua foto accanto al risultato di ricerca (frutto di una configurazione necessaria dopo l’attivazione dell’account)  e il numero di follower saranno portati a cliccare sul titolo del tuo post (psicologia applicata!). Ah, la stessa foto (oltre che l’ultimo post pubblicato) sarà visibile anche su Gmail, sul lato destro della pagina dei risultati di Google e nei commenti su YouTube. Hai idea di quanta visibilità puoi guadagnare con una semplice registrazione? E ancora quale altro social network ti permette di formattare i post? Te lo dico io: nessuno. E hai idea di quanto possa essere più efficace un messaggio con il grassetto, il sottolineato e il corsivo nei punti giusti? Ecco, con Google Plus puoi! Parliamo di immagini: sappiamo tutti quanto il visual content sia importante. Un’immagine vale più di mille parole e se riesci ad attirare la mia attenzione con una bella immagine, sei già a metà dell’opera. Anche questo Google Plus lo ha capito e si è arricchito con l’elaborazione delle immagini: non carichi solo una foto, ma la trasformi e la rendi unica ed ammaliante con pochi clic e la condividi con il mondo intero. E se hai uno smartphone o un tablet, tutte le foto che scatti te le ritroverai come per magia tra le immagini del tuo account (ma stai tranquillo: gli altri le vedranno se e solo se e quando tu deciderai di condividerle; fino ad allora, le immagini saranno a tua disposizione per fare pratica con gli effetti) 😉 Per questi motivi (e molti altri che vedremo insieme), direi che definire Google Plus un semplice social network è senz’altro riduttivo: opterei più per presentartelo come un alleato fidato e affidabile da utilizzare ogni giorno con naturalezza, imparando a sfruttare tutti gli strumenti che ci mette a disposizione per semplificarci la vita. E nelle prossime settimane ti mostrerò come usarlo al meglio, presentandoti gli esperti del settore che vale la pena seguire per tenersi informati e da cui c’è sempre qualcosa da imparare. Tu intanto, se non lo hai già fatto, comincia a valutare seriamente i pro e i contro del tuo (non) esserci su Google Plus e se ti va illustrameli nei commenti (sono una personcina curiosa) 😉