Yep, ho attaccato con il consueto titolo che fa ribollire gli animi dei SEO o suscita comunque quella stizza che porta ad aprire il contenuto e a leggerlo. Oppure, se hai visto questo contenuto fare capolino nella tua timeline, magari lo hai condiviso mandandomi a quel paese. Se lo hai fatto, sei una delle 8 persone su 10 che non legge un contenuto e si ferma al titolo ma, dato che sei qui, sei uno dei due (s)fortunati che si sciroppa il post per quel che è: un’analisi utile a costruire titoli che colpiscono e che portano alla visualizzazione.  E quindi a provare a migliorare quella resa impietosa 80-20.

Un titolo che attira i click: per i Social o per la SEO?

Innanzitutto va definito il canale preferenziale di diffusione del contenuto. Nel primo caso, anche in maniera piuttosto fastidiosa per chi ha un’etica (per gli altri, cercatela su Google :D); titoli che iniziano con “SCANDALOSO“, “INCREDIBILE“, “GOMBLOTTO!!!!111” possono suonare fuorvianti e lesivi di ogni dignità informativa. Va da sé che bisogna definire il proprio target: a ragionare in modo cinico, se sono esplosi – molto attivi sui Social, canale di discussione – i portali di informazioni fasulle la colpa è imputabile a chi li legge, ci crede e condivide, IMHO solo in parte a chi li realizza: sicuramente non si tratta di persone che si fanno scrupoli, ma in termini di mercato assolvono a un bisogno, bassissimo, ma pur sempre un bisogno.

Parafrasando Marilyn Mason:”non potete accusarmi se loro mi seguono“. Senza fare la morale, a noi quello che interessa qui è analizzare e capire perché funziona.

A maggior ragione sulla Search, canale di soddisfazione, dove a parità – o vicinanza – di posizionamento, a influenzare la percentuale di Click Through Rate è il Title più accattivante o che riesce a soddisfare, a colpo d’occhio, le intenzioni di ricerca dell’utente.

Come costruire un titolo accattivante e SEO friendly

Prendo ad esempio il caso studio dei seggiolini auto, che attualmente è secondo sulla query secca e su una serie di correlate. Il titolo è:

La classifica dei 20 migliori seggiolini auto per bambini

Il quale risponde a tre intenti di ricerca e conseguenti query mixate:

  • seggiolini auto classifica
  • seggiolini auto per bambini
  • seggiolini auto migliori

Rendendo il tutto più appetibile con uno degli elementi più amati/odiati dai copywriter (le liste già dal titolo che però gli utenti, di questa specifica nicchia, amano e quindi va bene così).

Ora, un title così costruito risponde alle esigenze dell’utente, anzi a più di una sul canale Search, il quale è invogliato a cliccare. E non parliamo del supporto che può dare anche la meta description, ovvero le due righe di snippet subito sotto.

I numeri

Da Search console, su “seggiolini auto” il CTR è del 23%, in una SERP che comprende anche annunci pubblicitari e Google Shopping. Aggiungendo le altre percentuali delle query minori, si arriva (Settembre 2015, fonte Analytics) a 5.945 visite uniche mese. Un pillar article SEO, no?

Tu come costruisci i tuoi title?

p.s. Negli ultimi 10 giorni ho notato che Google ha cambiato in autonomia (yep, lo fa) il title in SERP del contenuto, con un secco “Seggiolini Auto – Autoaspillo”. Tu cosa ne pensi, migliorerà o peggiorerà il CTR in questa ottica di clickbaiting?