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Quando si parla di ottimizzazione offpage, la testa del SEO scafato vola subito a costruzioni megalitiche di Private Blog Network o ad altre attività di Link Building più o meno grey che hanno il vantaggio di passare il buon vecchio juice/valore da una risorsa esterna tramite il backlink. Intendiamoci, discussioni su queste pratiche sono all’ordine del giorno nel settore e ormai sono un refrain tipico.

Purtuttavia c’è un elemento, o un fattore indiretto se proprio vogliamo, che viene ignorato con sistematica cecità – se è permessa “l’accusa”. Nella folle corsa della ricerca al link più pesante a livello algoritmico, troppo spesso ci si dimentica che il link altro non è che un collegamento (si lo so che scritta così sembra la scoperta dell’acqua calda) o per usare una metafora un’autostrada fra un punto A (il sito che linka) e un punto B (il sito linkato).

Il fattore umano, gli utenti che in effetti cliccano su quel link: perché nessuno pensa agli utenti che cliccano sui link? (cit.)

La link building di valore ti rende custode anche del canale referral

Più che un posizionatore, chi fa SEO dovrebbe essere il custode del canale Search; l’ho scritto varie volte anche su questo blog. Un’altra grande abilità che contraddistingue questa rinnovata figura è la capacità di farsi “casellante” anche del canale Referral: ovvero di saper portare o quantomeno controllare il traffico che arriva dai siti esterni al proprio sito.

Questo tipo di metrica, IMHO diventerà sempre più importante anche in ottica di ottimizzazione offpage: fermo restando le abitudini degli utenti sempre più mutevoli e “one-page oriented” (ovvero sono soddisfatti da un singolo risultato e rimbalzano via senza approfondire), possibile che Google non riesca a capire quali sono i link talmente buoni che non solo passano juice/valore ma anche traffico che va a incidere sulle statistiche misuranti i fattori indiretti di posizionamento quali i comportamenti degli utenti sul sito.

Forse più che di link building old style si parla più di digital PR declinate nelle capacità di saper ottenere un link da portali molto autorevoli, molto visitati e con la possibilità di trasfondere un po’ del traffico qualificato sul proprio sito.

Riprendendo la metafora autostradale: se un link che porta traffico come la Bre.Bre.Mi. è pur sempre un link, un collegamento  come il Grande Raccordo Anulare, con tutto il traffico che porta presenta molti più vantaggi: può essere difficile da imboccare, finanche odiato per la sua capacità di percorrerlo ma se non ci fosse, tutto il capitale di valore del tuo sito (e la Capitale per il GRA), scadrebbe in maniera inesorabile.

Come ottenere un link che porta traffico e valore

Non è arrogante dire che ottenere un link che porta valore algoritmico non è difficilissimo da ottenere, se si è esperti del settore e si lavora da tempo nelle nicchie in cui ci si trova a dover fare ottimizzazione offpage. Di contro, è sempre difficoltoso riuscire ad avere un collegamento che porti anche traffico. Solitamente, sono i portali editoriali e informativi a essere la fonte migliore dalla quale ottenerli: ma preparati ad alzare il telefono più volte, a trattative commerciali via mail e alla redazione di un pubbliredazionale che sia accettabile.

Google depreca la pratica di comprare dei link? Di certo, negli uffici commerciali delle redazioni di un certo calibro hanno lo stomaco un po’ meno delicato. Inoltre è assai difficile ottenere un link di qualità e che porta traffico semplicemente con il buon contenuto, quantomeno sul mercato italiano come facevano notare i commentatori a un post di Tagliaerbe sulla “tecnica del grattacielo” per fare link building.

Una buona conoscenza del settore e quindi di contatti spendibili magari evita esborsi esosi (ed eticamente promiscui) ma in certe nicchie, se si vuole avere questo tipo di approccio completo all’ottimizzazione offpage, bisogna prevedere un budget dedicato.

E tu cosa ne pensi? Link a secchiate o ti interessa anche se portano traffico?