Un triennio dopo il primo lancio di Penguin torna in auge il blog newtorking per migliorare il posizionamento grazie ad attività offpage. Ma questa volta (si, senza essere particolarmente innovativi) basta ri-aggiungere l’aggettivo “private” all’inizio per avere un network privato di blog.

Delle caratteristiche del Private Blog Network si discute largamente e anche se convenga comprare dei domini scaduti è oggetto di larga disamina nella comunità SEO. Quel che viene affrontato in misura minore, in un settore orfano dell’aggiornamento del Page Rank, è il come scegliere un dominio per un PBN: sia che si preferisca acquistare la nuova freccia al proprio arco da un’asta online, sia che si spulci i registri dei domini in scadenza e/o si rimesti nei meandri di oscuri forum; è di difficile interpretazione il prezzo richiesto e l’effettivo peso che un backlink da un dominio di PBN possa avere, senza sapere come analizzarlo.

Scegliere un dominio per un PBN

In principio era il Page Rank: la barra verde che andava da 0 a 10 determinando la “bontà del succo” dei link di un sito è ormai da tempo un pallido ricordo. Google a più riprese ha ribadito di considerare il PR come un fattore di posizionamento (certo, sempre meno pesante rispetto al passato) ma non di non renderlo più pubblico per evitare manipolazioni da parte dei SEO.

Da una parte questo ha dato una svegliata brusca ma necessaria, in quanto si è iniziato ad andare più a fondo nell’analisi dei backlink di un sito e del valore che questo può portare al “money site” o al sito da posizionare. Dall’altra però, caduto un idolo, un totem, un’istituzione.. ne sono nati cento e uno nuovi, ma con una variabile che si tende poco a considerare: il fatto che, queste nuove metriche, non sono brevettate da Google e quindi non hanno un riscontro diretto sull’algoritmo. Sono, come doveva essere il Page Rank, degli indicatori e nulla più.

Ad oggi, le più “affidabili” sono considerate il Domain (e il Page) Authority sviluppato(i) da Moz che da 0 a 100 dà un’indicazione del trust del sito – e di conseguenza dei link che puntano all’esterno – lo Spam Score (da 0 a 17) sempre di Moz, che segna quanto i link di un sito sembrano artificiali e il Trust Flow di Majestic, sulla scala da 0 a 100, focalizzato sul valore dato ai link del dominio in questione.

Va da sé che avere dei buoni riscontri su queste metriche è utile per avere un’idea di massima della qualità dei link che si possono ottenere dal possibile nuovo compagno di network ma.. nulla più.

Analizzare i link è importante

Moz e Majestic sono dei tool che offrono maggiori potenzialità rispetto il restituire dei semplici numeretti: grazie ad entrambi – scegli tu quello che preferisci anche come UX – puoi analizzare i link in entrata del dominio che vorresti acquistare: è questa la vera chiave di volta per scegliere il dominio per un PBN.

Ad esempio:

  • Sicuro che quel dominio con il DA di 50 ma con due link in entrata da directory da due soldi  valga il prezzo?
  • Sei certo che uno spam score di 2 su 17 sia veritiero a fronte di un dominio con 100.000 link di “borse gucci” da siti spammosi?
  • A fronte di una rilevazione corretta delle metriche, se devi spingere un sito che parla di condizionatori, ha senso prendere uno – seppur buono – dove si scrive(va) di musica?

La tematizzazione è sempre un elemento forte e.. se posso darti una piccola e ultima dritta, considera il recupero delle pagine con la WayBack Machine. Sii il novello Marty McFly del tuo dominio appena scelto per il PBN, potresti trovare contenuti interessanti da riutilizzare!

Tu cosa ne pensi? Come scegli i domini per il tuo PBN, se ne hai uno?