Oggi voglio dare il via a una piccola rubrica all’interno del blog SeoChef: Blog Aziendale. Ovvero una serie di post dedicata chi vuole sfruttare il blog nella propria realtà aziendale. La finalità di questi articoli è chiara: far uscire lo strumento blog da semplice passatempo e trasformarlo in uno strumento capace di fare la differenza.

Blogging Aziendale

Perché questa è la storia che dobbiamo affrontare ogni giorno: “Non ho ottenuto i risultati sperati, quindi il blog non funziona. I risultati non arrivano, quindi è tutto inutile fare blogging. Abbiamo perso solo tempo”. In realtà non hai perso tempo, hai solo (si fa per dire) utilizzato gli strumenti del blogging nel peggior modo possibile: improvvisando.

Fare blogging per aziende vuol dire pianificare, vuol dire puntare all’immagine aziendale e creare un percorso che accompagni il lettore verso i famosi contenuti di qualità. Contenuti, ovvero, capaci di comunicare valore, di farsi condividere, leggere e linkare. In questo blog ho già affrontato alcuni argomenti legati al blog aziendale, ma oggi si ricomincia dal target: ecco come scoprire le esigenze del tuo target.

Cosa significa definire le esigenze dei lettori?

Partiamo da un presupposto: i contenuti di qualità non esistono. O meglio, non esiste una forma definitiva legata al concetto di contenuto di qualità. I lettori hanno delle esigenze, e tu devi creare degli articoli capaci di attirare l’attenzione delle persone. Attirare l’attenzione vuol dire fare in modo che questi contenuti abbiano un’utilità per il singolo.

Devo risolvere un problema? Il tuo articolo lo risolve, quindi ha un’utilità. Se risolve un non problema, o se risolve un problema che riguarda solo l’autore, quel contenuto non ha futuro: è muto all’ascolto della nicchia. Quindi diventa fatica sprecata. Ecco perché devi definire le esigenze dei lettori: in questo modo puoi massimizzare i risultati minimizzando gli sforzi.

Quindi definire le esigenze dei lettori vuol dire lavorare sul futuro del tuo corporate blog: maggiore sarà la precisione con cui definisci queste esigenze, maggiore sarà la probabilità di ottenere un riconoscimento in termini di obiettivi raggiunti. Affrontiamo adesso il come scoprire le esigenze della nicchia.

Dati quantitativi

Ovvero le statistiche del tuo blog. Analizzare i dati di Google Analytics vuol dire scoprire i migliori risultati ottenuti dai tuoi articoli. I numeri non mentono, rispecchiano i gusti di chi ti legge e di chi ti cerca sul web. Ovviamente non puoi partire da zero: le statistiche registrano il comportamento delle persone su contenuti già esistenti.

Quindi il tuo compito è questo: devi individuare nuovi filoni, devi tentare e individuare nuove strade da seguire. Provando nuove soluzioni (nuovi argomenti, nuovi stili, nuove headline) puoi registrare dei risultati più o meno dignitosi.

E segnare attraverso le annotazioni i dati migliori. Io di solito nella nota inserisco headline e argomento affrontato dal post: in questo modo posso avere ben chiara la situazione quando arrivo sul grafico e individuare facilmente le caratteristiche di un post legato a determinati picchi. A cosa serve il confronto? Ad avvalorare una tesi: una rondine non fa primavera e un picco non è sinonimo di efficacia costante. Provare e riprovare, questa è la soluzione. Nel tempo il quadro appare chiaro.

Dati qualitativi

Ovvero dati che arrivano da un’analisi legata alla qualità dei lettori. In questo modo puoi ottenere idee, impressioni, necessità e desideri prima di scrivere i tuoi articoli. Questa strada è utile da svolgere in una fase precedente all’apertura del blog: in questo modo puoi ottenere delle informazioni per orientare i prossimi contenuti.

  • Come si svolge l’analisi qualitativa? Partecipando e osservando i tuoi potenziali lettori nel proprio habitat. Qualcuno parla di ricerca etnografica, di osservazione partecipante: entro nel luogo in cui il potenziale lettore si muove, osservo il suo comportamento, partecipo alle conversazioni per registrare risposte e intenzioni.
  • Dove si svolge l’analisi qualitativa? In diversi luoghi di aggregazione: i forum di settore, i blog sei concorrenti o di coloro che affrontano il tuo argomento, le community, i gruppi, le pagine Facebook e Google Plus, le conversazioni su Twitter. Il compito di chi definisce una strategia di corporate blogging è quello di ascoltare la voce dei potenziali lettori, dei clienti. E trasformare le necessità in risposte.

Un’altra fonte inesauribile di spunti utili per creare contenuti è il reparto customer care. Quando un’azienda ha un settore dedicato ai rapporti con i clienti può ottenere numerose informazioni dalle richieste, dalle domande e dalle critiche dei clienti. In questo modo è possibile creare dei contenuti capaci di intercettare le query con una buona precisione (soprattutto se ti rendi conto che ci sono decine di clienti che fanno al stessa domanda).

Il risultato

Per chi si occupa della strategia di blogging può essere utile creare delle personas, ovvero dei profili medi che combaciano con quelli dei potenziali lettori del blog. Le personas hanno dei nomi e cognomi, hanno delle caratteristiche umane e cercano di rispecchiare in ogni dettaglio le esigenze di un potenziale lettore.

Ad esempio un blog di un’agenzia SEO può avere 3 tipi di personas: l’utente che sta iniziando a lavorare in questo campo e ha bisogno di informazioni per muovere i primi passi come SEO freelance, l’esperto che deve ottimizzare le proprie conoscenze, il web copywriter che vuole integrare le proprie conoscenze (avanzate ma non troppo).

Importante: per ogni personas definire obiettivi, il perché dovrebbe seguire il tuo blog, cosa vorrebbe leggere e ottenere dalla partecipazione attiva al blog (nel primo caso guide introduttive, nel secondo case study, nel terzo articoli in grado di affrontare argomenti limitrofi).

La tua opinione

Prima lezione di Blog Aziendale andata. Ora devi lasciare le tue domande nei commenti: in questo modo possiamo ampliare la conversazione e abbracciare anche i dubbi degli altri lettori. tu hai già iniziato ad ascoltare le esigenze dei lettori?