Sai qual è il miglior modo per sprecare un grande lavoro editoriale sul tuo blog aziendale? Procedere senza obiettivi, senza bussola. Ci sono progetti che nascono un per caso, altri che si evolvono con un’idea ben precisa. In ogni caso è essenziale ragionare in termini di obiettivi.

blog aziendale

Ecco, quali sono gli obiettivi di un blog aziendale? Spesso si inizia un progetto editoriale puntando sulla comunicazione tra azienda e cliente, cercando di accorciare le distanze tra chi scrive e chi legge. Un fine ottimo, un obiettivo che può fare realmente la differenza, soprattutto se lavori bene con le interazione. I commenti sono decisivi in questo caso, ma non bastano.

Non bastano soprattutto se vuoi raggiungere obiettivi diversi. Ecco, quali sono gli obiettivi che puoi raggiungere con un blog aziendale? Ti lascio tre suggerimenti utili.

Brand awareness

Il tuo blog può essere un punto di riferimento per la tua strategia di brand awareness, ovvero conoscenza del brand. Pubblicare articoli dedicati a un tema rafforza la tua immagine e ti pone come un brand competente su un determinato tema. Ovviamente per ottimizzare questo processo non è sufficiente pubblicare articoli: devi diventare un punto di riferimento per la tua nicchia. E questo significa:

  • Partecipare attivamente alle community per ottenere informazioni sui reali bisogni dei tuoi potenziali clienti, ma al tempo stesso lasciare dei commenti che portino visibilità al tuo profilo.
  • Creare dei contenuti realmente utili alla tua nicchia e non dei semplici “riempitivi”. Non esiste un ritmo definito a priori per pubblicare gli articoli, non esiste un “essere online a tutti i costi”. Prima di tutto viene il cliente.
  • Studiare un calendario editoriale che ti permetta di essere presente online con dei pillar article, ovvero degli articoli fondamentali per il tuo target capaci di affrontare argomenti evergreen. Allo stesso tempo non dimenticare le opinioni.

Questo punto è fondamentale: per lavorare bene sulla tua brand awareness devi mostrare le tue competenze, devi essere riconosciuto come un brand strettamente legato con l’argomento, ma devi anche sviluppare un pensiero individuale. La personalità è tutto nel mondo del blogging.

Lead generation

Molti blog aziendali lavorano in questa direzione. Fare lead generation vuol dire acquisire in modo sistematico i contatti dei tuoi potenziali clienti. Il modo più semplice: ottenere le email da inserire in una newsletter.

Un contatto email è un bene prezioso anche nell’era dei social network. Con Facebook puoi inserire un target specifico e raggiungere con le tue pubblicità un segmento ben definito. Ma fare email marketing vuol dire abbandonare il caos della bacheca per raggiungere il potenziale cliente nella propria casella email: un luogo intimo, riservato.

Gli articoli servono a intercettare il potenziale cliente, i contenuti specifici attirano l’interesse di un determinato segmento e il form per iscriverti alla newsletter fa il resto. Con un buon programma di newsletter (io uso Mailchimp) puoi creare diverse liste di contatti da alimentare con newsletter studiate ad hoc per seguire determinati interessi.

La newsletter, infatti, non serve solo a inviare offerte e proposte commerciali: deve diventare un appuntamento atteso, prezioso. Ma alla base c’è sempre il blog: attraverso la pubblicazione di articoli, report, e-book, contenuti utili per una determinata nicchia, puoi ottenere i contatti necessari per la tua newsletter.

Un consiglio: crea dei contenuti specifici per diversi tipi di clienti. Prova a creare un ebook specifico per chi fa – ad esempio – social media marketing base e definisci una lista di contatti. Poi pubblica la versione avanzata e crea una seconda lista: in questo modo hai una segmentazione che ti permetterà di mandare messaggi differenti, specifici per chi è interessato a un prodotto o a un altro.

Customer care

Molte aziende cercano di spostare la propria attività di customer care sul blog. Questo perché è facile gestire una critica – o peggio ancora una crisi – in un luogo definito, controllato dalla casa madre. Se non crei un luogo definito a priori il rischio è evidente: questi messaggi verranno abbandonati su forum e bacheche difficili da monitorare.

Certo, non si può limitare a priori questo rischio. Ma avere un blog destinato al customer care può aiutare. E soprattutto può trasformare una semplice attività privata in un manifesto della tua efficienza: un problema risolto in pubblica piazza con la soddisfazione del cliente vuol dire molto in termini di brand reputation.

Ovviamente questo significa anche un lavoro extra da parte delle persone che devono analizzare, definire e rispondere. Creare un blog per fare customer care e poi lasciato in pasto ai clienti insoddisfatti è una pessima pubblicità.

Solo questo?

No, ovviamente ci sono tanti altri modi per sfruttare un blog aziendale. Il più utile: creare un rapporto privilegiato con i clienti, accorciare le distanze tra i protagonisti della compravendita e mostrare il lato umano. Poi c’è la presenza nel social web: essere presenti sulle bacheche Facebook e nella timeline di Twitter con contributi unici è fondamentale.

Puoi fare lo stesso con un sito web istituzionale? No, è questa la caratteristica vincente di un blog gestito alla grande: ogni pagina è un biglietto da visita che viene condiviso e ricondiviso. Tu hai un unico compito: agevolare questo processo con contenuti che siano realmente utili.

C’è anche chi sfrutta il blog semplicemente per aumentare le visite al proprio sito web, ma io credo che questa sia una componente accessoria: sfruttare il blog solo per ottenere una manciata di click è uno spreco. Meglio puntare alle relazioni. Sei d’accordo?